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Una pellicola che arriva dagli USA grazie a Federica Picchi, fondatore della casa di produzione Dominus Production; abbiamo chiesto proprio a lei di raccontarci come ha realizzato questo risultato e cosa si aspetta dalla visione del film nelle sale italiane. 

Sold out per la proiezione all’Ariston

Il 29 luglio 2022 a Sanremo non è stato un venerdì qualunque. Un film che mostra la verità dell’aborto raccontando una storia vera e senza alcun eccesso apologetico, senza traccia della classica retorica pro life, è stato proiettato al Teatro Ariston ed è stato visto da 600 persone. Tra di esse anche il vescovo della diocesi Ventimiglia-SAnremo, Antonio Suetta. .

«Una serata all’insegna della gioia – è il commento di Federica Picchi, alla guida dell’azienda che ha distribuito il film in Italia –. Unplanned, svelando la semplice verità delle cose, continua ad aprire i cuori di tutti coloro che si accostano alla storia». Tanti ragazzi nei giorni precedenti alla proiezione per le vie della città hanno invitato i loro coetanei al cinema». Alla proiezione hanno partecipato anche i vescovi delle diocesi vicine: Guglielmo Borghetti (Albenga-Imperia), Calogero Marino (Savona-Noli) e gli emeriti Vittorio Lupi (Savona-Noli) e Alberto Maria Careggio (Ventimiglia-Sanremo). Avvenire

(Aggiornato il 2 Agosto 2022)

Abby Johnson, un’idealista ingannata

E’ la storia vera di una ex-dipendente della catena di cliniche abortive tra le più potenti al mondo, Planned Parenthood. Abby Johnson, dipendente dell’anno 2008, per un caso non pianificato, si troverà ad aiutare un medico in una procedura di aborto.

Lei stessa ne aveva usufruito e con le donne che si rivolgevano alla clinica spendeva sincere rassicurazioni, convinta che fossero nell’esercizio dei loro cosiddetti diritti riproduttivi e senza alcun danno per il bambino. Ma durante l’assistenza a quell’aborto in una gravidanza di 12 settimane Abby vede cosa succede e soprattutto a chi. Lì c’è qualcuno, non un grumo di cellule. Ha mentito a sé stessa e alle donne per dieci anni.

La Dominus production e la sua missione

Federica Picchi è la fondatrice della casa di produzione e distribuzione cinematografica Dominus production e, da poco, di Estpretiosa.

Laureata alla Bocconi ha lavorato a lungo all’estero per banche d’affari, fino a quando ha maturato la decisione di mettere la propria professionalità a servizio della verità intorno alla vita. Ma parlare di vita significa svelare una delle sue più radicali e sistematiche negazioni, l’aborto. Questo è il motore pulsante della sua attività e di quella delle case di produzione di cui è a capo, non solo la Dominus ma anche la neonata Estpretiosa.

Il cinema e i giovani

Il linguaggio cinematografico ha una forza e un’incisività particolari e spesso viene usato per diffondere visioni ideologiche e lontane dalla verità sull’uomo. La sua missione è orientata soprattutto ai giovani, quelli che più di altri sono esposti a narrazioni deformanti della realtà e della dignità umana.

Una delle pellicole che è più fiera di avere portato in Italia, dopo i significativi successi anche di pubblico per Cristiada, GOD’S NOT DEAD 1 e 2, Una canzone per mio padre, è Unplanned, film made in USA che racconta la storia vera, e per ciò stesso non attaccabile, di una giovane manager in forze alla più grande industria degli aborti del continente Nord Americano, la Planned Parenthood.

Non pianificato ma sconvolgente

“Non pianificato” è la traduzione del titolo che la Dominus ha deciso e a ragion veduta di mantenere nella versione originale: sia perché è facile il richiamo al nome della grande catena di cliniche la cui mendace vocazione è la pianificazione parentale, sia perché sintetizza potentemente l’effetto che un evento particolare ha avuto sulla coscienza e a cascata su tutta la vita della protagonista, Abby Johnson.

La Planned Parenthood si presenta come un sistema consolidato e funzionale di aiuto alla genitorialità pianificata; un aiuto da esperti di settore a far realizzare alle donne l’obiettivo di avere un figlio solo quando lo si è deciso, pianificato, messo in conto. In questa ottica è tragicamente naturale pensare che un figlio concepito senza essere preventivato è un fuori programma che bisogna sospendere.

Articolo di Paola Belletti estratto da Aleteia 2/08/22